Bio Caseificio Tomasoni F.lli Gottolengo BRESCIA

IL BIOLOGICO

L'agricoltura biologica è un metodo di produzione definito dal punto di vista legislativo a livello comunitario con un regolamento, il Regolamento (CE) n° 834/2007 del 28 giugno 2007 relativo ai metodi di produzione biologica e alla modalità di etichettatura dei prodotti biologici. Questo Regolamento ha abrogato il precedente ovvero il Reg. (CEE) 2092/91.

biologicoIl termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi, farmaci).

Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo. In questo caso si parla di agricoltura sostenibile.

Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo evitando la monocultura (molto praticata nella pianura padana) che è una delle cause dell’impoverimento del terreno e della perdita di molte varietà di coltivazioni.

Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte.
Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente nei periodi dell’anno quando il clima lo permette. Le coltivazioni, gli allevamenti e la trasformazione del prodotto, sono controllati dagli organismi di controllo riconosciuti con decreto del Ministero delle Politiche agricole e forestali. La garanzia che ci troviamo davanti ad un prodotto proveniente da agricoltura biologica è data dall’etichettatura regolamentata da apposita legislazione.

coltivazioni biologicheLasciando il compito agli enti specializzati ed agli enti certificatori di fornire spiegazioni complete scientificamente e tecnicamente, per il settore lattiero - caseario consideriamo tre principi fondamentali che regolano il latte prodotto da vacche alimentate biologicamente, e sono:
Il terreno: nel biologico sono vietati i prodotti chimici di sintesi per la concimazione dei terreni destinati a produrre mais, soia, erba o altri vegetali da destinare all'alimentazione delle vacche da latte. Sono vietati i diserbanti ed i disinfestanti.
Deve essere attuata la rotazione delle colture prodotte, in modo da non impoverire il terreno che ha bisogno di un'adeguata concimazione naturale proveniente dalla stalla stessa.
Le vacche: nel biologico sono vietati gli antibiotici somministrati per incentivare la produzione di latte o per "sincronizzare" il parto delle vacche in funzione delle aspettative produttive dell'allevatore. Per curare le vacche ammalate, sono ammessi gli antibiotici solo in caso di reale pericolo di vita della mucca. Dopo la cura il capo di bestiame trattato con antibiotici dovrà essere venduto perchè secondo le norme del disciplinare dell'allevamento biologico non è più idoneo alla produzione di latte.
Benessere animale: nell'allevamento biologico le vacche devono avere a disposizione spazi al chiuso e all'aperto, devono alimentarsi con foraggi biologici provenienti dall'azienda, rispettando il parametro di due vacche da latte per ogni ettaro coltivabile. In caso di malattie devono essere curate con l'allopatia e l'omeopatia.
Infine, aggiungiamo un altro fattore che contribuisce ad aumentare la qualità del latte prodotto, ad aumentare il benessere animale e a preservare le risorse del territorio: l’esclusione dell’insilato di mais dalla razione giornaliera somministrata alle  vacche.
Da anni (molto prima che l’unione europea ne proibisse l’uso nel settore del biologico) abbiamo eliminato l’impiego del lisozima, una proteina naturale che viene normalmente aggiunta al latte durante la lavorazione del grana padano. L’aggiunta di questo enzima serve ad evitare il rigonfiamento delle forme di grana causato dalla somministrazione  dell’insilato di mais nell’alimentazione del bestiame.
Le vacche che producono il latte lavorato da noi vengono nutrite con erba, fieno, pisello proteico e poco altro. L’eliminazione dalla razione giornaliera  dell’insilato di mais, causa principale della mortalità e del malessere delle vacche (zampe gonfie, mastiti, rallentamento del rumine ecc.) oltre che causa delle fermentazioni anomale nel latte, ha permesso di evitare quindi l’uso di antifermentativi. Anche l’ambiente ne trae beneficio perché vi è un minore spreco di acqua che la coltura del mais richiede in gran quantità.
Il risultato è un prodotto naturale al 100% ricco di omega 3 e omega 6 e…..soprattutto ….molto buono.

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